IL PARCO DI RAUCCIO

17.05.2018 16:12

Il parco di RAUCCIO si trova a circa 13 km da LECCE e a due chilometri dal mare Adriatuco e ricopre un'area tra le torri costiere di vedetta Rinalda e Chianca. Si raggiunge percorrendo la strada provinciale Lecce-Torre Chianca, svoltando a sinistra, all’ottavo chilometro, in direzione di Torre Rinalda. Percorsi circa 2 km si deve imboccare, a destra, una stradina in terra battuta, costeggiata prima da ulivi e poi da cipressi. Proseguendo per circa 1 km si giunge al Centro Visite della Riserva Naturale costituita dall'antica Masseria Rauccio.

Il primo piano del complesso masserizio è sede del Centro di Educazione Ambientale di Rauccio del WWF dove è allestita una mostra permanente sui diversi aspetti didattici, storici, geografici e naturalistici dell’area e del Salento.

 

L’area, un insieme di stagni, acquitrini, sorgenti carsiche, bacini e canali immersi tra bosco di lecci e vegetazione mediterranea palustre, segue il corso di fenomeni idrici in parte sotterranei il Fetida e l’Idume, antico fiume sotterraneo che attraversa il cuore di Lecce, passando sotto il castello Carlo V e il centro storico (visibile da un pozzo sito nel sotterraneo del Museo Archeologico Faggiano) per riaffiorare nel parco di, dove va a formare il bacino omonimo.

Tutta la virente zona di Rauccio testimonia la vastità dell’antica foresta di Lecce che copriva un’area vastissima nel medioevo.

Interessantissimo dal punto di vista della biodiversità, il parco custodisce numerose specie di piante per la presenza di diversi habitat: Diverse ricerche ed indagini scientifiche hanno permesso di individuare altre specie vegetali minacciate come l’orchidea palustre (Orchis palustris), la campanella palustre (Ipomoea sagittata), la cerere a una resta (Aegilops uniaristata), la serapide pugliese (Serapias orientalis subsp. apulica). Impreziosiscono il sito anche altre specie considerate a rischio su scala regionale come la ofride di Creta (Ophrys candica), la calamaria istrice (Isoetes hystrix), il lino marittimo (Linum maritimum), la peverina di Mantico (Moenchia mantica).

Riguardo la fauna, annovera varie specie di mammiferi come il riccio, la volpe, la donnola, la faina e soprattutto il tasso, che in dialetto locale si chiama melogna o milogna ed è l’origine del nome attribuito alla palude Specchia di Milogna nei pressi del bosco. Fra i rettili si segnalano la biscia d’acqua, il biacco, il colubro leopardino, la testuggine d’acqua. Fra gli anfibi, oltre al tritone italico, alla rana verde e al rospo smeraldino è diffusa anche la raganella.

La varietà di uccelli è la vera ricchezza faunistica del parco, tra esemplari stanziali o svernali: cinciallegra, l’occhiocotto, l’usignolo di fiume; specie caratteristiche delle aree palustri come il piro piro piccolo, il totano moro, lo sgarza ciuffetto, il cavaliere d’Italia, la garzetta, l’airone bianco maggiore e l’airone cenerino e l’occasionale presenza della cicogna. Non mancano i rapaci sia diurni che notturni come il falco di palude, l’albanella reale, il gheppio, il gufo comune, la civetta e il barbagianni. Celebri gli avvistamenti, alcuni anni fa, della farfalla monaca africana e dei cigni reali.

 

Per prenotare visite: WWF – Salento: WWF SALENTO: 329.8168510 - 339.2742742 - 328.2258018