La Gastronomia Salentina

10.09.2016 15:20

Una delle caratteristiche più belle del Salento è sicuramente la sua cucina, fatta di ingredienti poveri ma dalla bontà impareggiabile. II Salento sa prendere per la gola. Offre soprattutto prodotti della terra, legati alla tradizione contadina, come fae e cicore, fave bianche e cicorie selvatiche, o ciciri e tria, tagliatelle di grano duro, fat­te in casa, condite con i ceci. Le orecchiette e i minchiarìeddhri, conditi con sugo di pomodoro fresco o ragù alla carne con un'abbondante spolverata di ri­cotta, sono tra le delizie della cucina loca­le. Così come la parmigiana di melanzane, ripiena di polpettine di carne di ragù, uova sode, salame e mozzarella. 

Soprattutto nelle località costiere, poi, si possono gustare ottime zuppe di pesce e piatti molto ricchi come lu purpu alla pignata, il polpo alla pignatta con abbondante cipolla e pomodoro. Ottima anche la scapece, una specialità a base di pesciolini fritti allo zafferano, preparati con il pane grattugiato.

E poi c’è appunto il pane, quello salentino ha un colore scuro perché ottenuto da farine di grano poco raffinate. La cottura nel forno di pietra, utilizzando fascine di rami d’ulivo, gli conferisce un profumo particolare e un sapore unico. I pizzi sono ottenuti aggiungendo all'impasto pomodoro, cipolla, olive nere e olio; hanno una forma non ben definita, come ricorda il loro nome griko “scèblasti” che vuol dire, appunto, informe. C’è poi il più semplice pane con le olive, in alcune parti del Salento chiamato “uliate”, è fatto aggiungendo le olive nere molto piccole all'impasto. Fra i prodotti da forno, ci sono i taralli e le frise: una sorta di pane secco e duro di orzo o grano, la cui preparazione richiede due fasi di cottura. Le frise si mangiano bagnate con l’acqua e condite con il pomodoro a pezzetti o qualsivoglia delizia. Un altro buonissimo prodotto fatto solo di acqua e farina sono le pittule, frittelle di pasta che si cucinano tradizionalmente nel periodo natalizio. Spesso sono preparate con porri, olive e capperi (alla pizzaiola) oppure aggiungendo verdure (cime di rapa, cavolfiore) o pesce (calamaretti, gamberetti, baccalà).

 

Ovviamente si tratta sempre di piatti squisiti che ben si sposano con i pre­giati vini locali, dal rosso, il più amato, al bianco e al rosato.

C’è poi tutta una tradizione di prodotti da mangiare “al volo”: dai calzoni frittivariamente farciti, ai rustici (in foto), perla gastronomica del Salento, fatti di sfoglia e ripieni di mozzarella, besciamella, pepe e pomo­doro, ottimi per degli spuntini golosi.

Il profumo delle prelibatezze salate appena sfornate fa a gara con quello dolce del pasticciotto, fatto di friabile pastafrolla e ripieno di crema gialla aromatizzata con scorza di li­mone.

Insomma il Salento va vissuto assolutamente con tutti i sensi, vanno guardate le sue bellezze, toccata la consistenza dei suoi materiali, ascoltata la sua musica e sicuramente gustata la sua cucina.