Calimera

Situato nel Salento centrale, Calimera è un piccolo paese di tradizione grika. Le notizie sulla sua fondazione sono incerte. Secondo la tradizione, furono abitanti di Martano, a colonizzare la zona. Si narra che i martanesi si recassero nella zona, nelle belle giornate (pame, pame, ca simmeri ene kalì emera; andiamo, andiamo, che è una bella giornata). Da qui anche la teoria sul nome del paese, Calimera, che traslitterato dal greco Καλημέρα, sarebbe buongiorno.

Secondo le ipotesi più accreditate Il primo nucleo si stanziò nel territorio della Masseria San Biagio intorno al XI secolo, dove c’era un casale. Successivamente fu fondato il paese dove sorge ora, nella forma di un casale aperto medievale con pianta a “T”.

Fino al ‘600 la popolazione rispettava il rito bizantino, nonostante ricadesse sotto la diocesi di Otranto. Nel pieno della Controriforma il rito greco subì un declino inesorabile, fino all’assassinio dell’ultimo papas greco, sostituito da un parroco latino. Il tempio bizantino fu sostituito dalla chiesa Madre. È curioso che i calimeresi, ma anche altri abitanti del Salento, fino alla metà del XX secolo, continuavano a chiamare il prete, papa.

Fino alla fine dell’800 a Calimera si parlava solo il Griko. La sua economia era basata sulla produzione di carbone e patate dolci. La lingua tradizionale si perse quasi del tutto intorno agli anni ’60 del XX secolo, con l’istituzione della scuola dell’obbligo.

Da vedere

La Stele marmorea del IV secolo a.C. donata dalla città di Atene a Calimera nel 1960, in seguito a una richiesta del sindaco Giannino Aprile, che chiese ad Atene un sasso dell’Acropoli, da collocare nel paese, come simbolo dell’origine comune. La stele è custodita in un’edicola nei giardini pubblici.

Casa museo della Civiltà Contadina e della Cultura Grika; allestita dal circolo Arci Ghetonìa, espone manufatti e oggetti di uso quotidiano, in ambienti organizzati in modo tematico. Il museo comprende una biblioteca specializzata nella storia della Grecìa Salentina, una emeroteca, una multimediateca.

Cappella del Crocifisso, costruita alla fine del ‘600, ha una volta completamente affrescata.

Chiesa Madre, dedicata a S. Brizio di Tours, fu eretta nel 1689, in sostituzione del tempio greco.

Cappella del Carmine, della fine del ‘500.

Chiesa dell’Immacolata, costruita nel 1636, ha purtroppo subito dei restauri nel XX secolo, che ne deturparono il pavimento in maiolica.

Chiesa di San Vito e Pietra della Fertilità; sorge sul limitare del paese, sull’antica via di accesso al Bosco di Calimera. Costruita nel ‘500 intorno a un megalite precristiano con un foro nel mezzo. Secondo tradizione, il Lunedì dell’Angelo, la gente usa passare attraverso il foro per purificarsi. L’usanza è connessa ai rituali pagani di fertilità.

Chiesa rupestre di S. Biagio; chiesa medievale ipogea costruita nel XI secolo, è ubicata nella zona di San Biagio, probabilmente primo nucleo abitativo della futura Calimera. Le testimonianze archeologiche intorno alla chiesa risalgono al II secolo d.C.

Dolmen Placa, monumento megalitico sepolcrale, è collocato nelle campagne che da Calimera portano verso Melendugno. Un dolmen simile, ricostruito con lastroni di pietra ritrovati nella medesima zona, è collocato nei giardini pubblici.