Sternatia

Piccolissimo comune della Grecìa Salentina, è sito in una conca incastrata tra lievi colline, che nel Salento vengono chiamate “serre”. Tra la serra di Martignano e la serra di Soleto e dei Litarà, la zona su cui sorge Sternatìa, fu frequentata fin dal Neolitico, come testimoniavano i menhir andati perduti nel XX secolo.

Il toponimo potrebbe avere varie origini. La prima lo vede legato all’usanza delle “prefiche” di percuotersi il petto (lo sterno, appunto), per piangere i defunti; la seconda ipotesi riferisce il nome una espressione bizantina: “sterna dia chora”, che significa “zona sterrata”. L’ultima teoria vorrebbe il nome del paese derivante dalle parore greche “sterna” e “teia”, ovvero "cisterna-fonte sacra".

Il primo vero insediamento risale alla colonizzazione romana, avvenuta nel III secolo, come attestano sia la centuriazione del terreno, che i frammenti ceramici rinvenuti fuori dall’abitato, in zona Tsukkalà (che in griko significa, "zona di cocci")

Finita sotto l’influenza bizantina, con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Sternatia assunse il ruolo di importante nucleo ellenofono, che accolse leggi, usanze e lingua di Bisanzio; fu costruito un castello, torri difensive e mura fortificate. I basiliani costituirono un grande centro di cultura nell’abbazia di San Zaccaria, opificio di conoscenza del patrimonio culturale greco.

Sotto gli angioini, nel 1334 Raimondo del Balzo, ridotte in rovina le mura bizantine, diede il via ai lavori di fortificazione dell’abitato. Molti abitanti erano, nel frattempo, fuggiti a causa delle angherie degli Angiò, ma il paese fu ripopolato da coloni provenienti dalle zone balcaniche.

Nel XV secolo, mentre si combatteva per Otranto, Sternatia fu distrutta dai turchi. La città, fu poi scelta come quartier generale delle milizie comandate da Alfonso d’Aragona e dal conte Acquaviva di Conversano. Proprio dal suo castello partirono le truppe che liberarono Otranto, nel 1481.

Una leggenda, legata a questa vicenda storica, narra che il conte Acquaviva, decapitato in un’imboscata, giunse privo di testa, sino a Sternatia, ritto sul suo cavallo.

Un’altra vicenda macabra riguarda la morte dell’Arcivescovo di Otranto Vincenzo Maria Morelli che, infermo, accettò l’ospitalità del marchese di Sternatia e spirò nella sua dimora. Correva l’anno 1812 e una la folla di fedeli si riunì a dare l’estremo saluto all’Arcivescovo, mentre, al cospetto delle sue mortali spoglie, si era accesa la polemica sul luogo di sepoltura, tra il marchese di Sternatia, che sosteneva di averne guadagnato il diritto, morto l’uomo in casa sua, e la comunità otrantina che voleva indietro il suo defunto padre spirituale.  L’intendente della provincia pose fine alla disputa con una decisione salomonica: il corpo sarebbe tornato a Otranto, le viscere sarebbero rimaste a Sternatia. E così fu.

Il borgo antico

Il centro storico del paese è un vero scrigno di tesori. L’antico circuito della cinta muraria, di cui è rimasta solo una piccola parte adiacente a Porta Filìa (porta dell’Amicizia), è ancora individuabile e rende il borgo antico ben distinto dalla parte più recente dell’abitato. La città vecchia, cui si accede da Porta Filìa, è percorsa da una fitta rete sotterranea, che collega i tanti frantoi ipogei (funzionanti fino al XIX secolo). Sternatia fu ricostruita dopo la distruzione a opera dei turchi, avvenuta nel 1480. Le costruzioni cinquecentesche inglobarono le rovine. Elementi precedenti, però, sono ancora individuabili; come i resti dell’antico castello bizantino, incastonati in alcune abitazioni, o le cripte basiliane fuori dalle mura. La tipicità greca della tradizione abitativa di Sternatia, si rispecchia, come per tutti i comuni della Grecìa, nelle “case a corte”, che accoglievano più famiglie, le quali condividevano la corte, svolgendo insieme le attività quotidiane.

Curiosità

Sternatia è in assoluto il paese della Grecìa Salentina in cui sono più vive le tradizioni a essa legate. Il griko si parla anche tra i giovani e un fervore culturale intenso anima il paese, con lo scopo sempre rinnovato di rivitalizzare, conservare e diffondere costumi, usanze e lingua grika.

Porta Filìa ha ancora un ruolo molto importante nelle usanze del paese. Secondo tradizione il giorno del matrimonio la sposa entra con il corteo nuziale, a simboleggiare l’entrata di una nuova famiglia (nuova vita) nella comunità cittadina, ed è usanza che, alla fine della vita, i morti escano dalla porta, seguiti dal corteo funebre.

Sternatia è servita dalla linea Lecce-Otranto delle ferrovie del Sud-Est.