Acquarica del Capo

Acquarica del Capo è un comune italiano di 5.005 abitanti della provincia di Lecce in Puglia.

Situato nel Capo di Leuca, all'estremità meridionale della penisola salentina, dista circa 56 chilometri a sud dal capoluogo provinciale e 10 chilometri dal mare Ionio. È uno dei comuni appartenenti alla cosiddetta regione delle serre salentine.

 

Territorio

Il territorio del comune di Acquarica del Capo, che si estende per 18,37 km², sorge ai piedi delle serre salentine, nel Capo di Leuca. Possiede un profilo orografico pressoché uniforme: risulta compreso tra i 99 e i 270 m s.l.m., con la casa comunale a 110 m s.l.m. e un'escursione altimetrica complessiva pari a 171 metri. L'abitato sorge nel mezzo di una vallata delimitata dalla Serra di Pozzo Mauro, a ovest, e la Serra dei Cianci, a est.
Confina a nord con il comune di Taurisano, a est con i comuni di Ruffano e Specchia, a sud con il comune di Presicce, a ovest con il comune di Ugento.

Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003

 

Storia

Il territorio fu abitato sin dal Neolitico, come testimoniano i reperti rinvenuti nella Caverna della Madonna della Grotta. Il centro urbano iniziò a svilupparsi solo a partire dal X secolo in seguito alla distruzione di alcuni casali vicini. Anticamente esistevano tre casali denominati Cardigliano, Ceciovizzo e Pompignano. Intorno al IX secolo i Saraceni invasero e distrussero Pompignano. Gli abitanti scampati dalla devastazione si rifugiarono in un luogo ricco di sorgenti ed edificarono il nuovo centro che chiamarono Acquarica. Più tardi, il centro si sviluppò con la caduta di Ceciovizzo e Cardigliano.

Il casale di Acquarica fu affidato nel 1190 dal normanno Tancredi d'Altavilla alla nobile famiglia Guarino (oggi chiamati Guarini di Poggiardo), che detennero il feudo fino alla fine del XVII secolo. Successivamente si susseguirono i Securo, i Delli Falconi, i Centellas (1669) e i D'Aragona. Gli ultimi feudatari furono il duca Antonio Zunica con la consorte Luisa Riario Sforza.

 

Architetture religiose

 

Chiesa di San Carlo Borromeo

 

È stata la chiesa parrocchiale dal 20 gennaio 1619 al 12 ottobre 1975 la terza, dopo quelle della Madonna dei Panetti e di San Giovanni Battista. Fu edificata agli inizi del XVII secolo ed è una delle prime parrocchie dedicate al santo vescovo milanese, San Carlo Borromeo, canonizzato nel 1610.
Sull'ingresso principale è riportata la data 1661 che probabilmente si riferisce ad interventi necessari di ristrutturazione dovuti al crollo del campanile come riportato in una relazione del vescovo De Rossi. Certo è che nel 1664 Giovanni Antonio de Capo si fece costruire la cappella dedicata all'Annunciazione di Maria con un elegante altare e con tomba propria. Forse questa fu l'origine della costruzione della navata laterale che affiancò quella centrale. 
L'interno è a due navate. La navata grande ha l'altare maggiore in pietra leccese, che porta ai suoi lati gli stemmi della cittadina. Lo sovrasta un organo a canne settecentesco e l'affianca il pulpito in legno. Il pavimento è stato rifatto nel 1951 quando fu svuotato il cimitero sottostante. Sul lato di sinistra, al centro della chiesa, è presente l'altare dedicato al santo patrono, ricco di ornamenti e di raffigurazioni di santi sulla tela centrale, nelle statue laterali e nei bassorilievi; tra questi risalta quello di Cristo morto a paliotto dell'altare. Rimaneggiati nel XIX secolo sono gli altari dell'Immacolata e della Madonna del Rosario con un'antica tela raffigurante i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi della vita di Maria. A sinistra dell'ingresso c'è il fonte battesimale. Nella navata laterale rimane la tela della Madonna del Carmine dell'antico altare; scomparso è invece quello della Madonna di Costantinopoli. Pregevoli le statue del patrono e altre raffiguranti la Madonna.
Fino agli inizi degli anni sessanta, accanto alla facciata, vi era l'antica torre dell'orologio; tra i suoi ruderi fu trovata l'epigrafe del 1772 che è stata murata all'esterno del muro di levante.

 

Chiesa di San Giovanni Battista

 

È la chiesa dove ha sede la confraternita di Maria SS.ma Assunta in Cielo, attestata già nel 1670. I confratelli la ricostruirono interamente nel 1828, a loro spese, sull'area della precedente struttura cinquecentesca che era stata la chiesa parrocchiale del casale di Acquarica fino al 1619, come dice l'epigrafe latina posta sulla porta d'ingresso.
Presenta una sobria facciata caratterizzata da una meridiana e da una nicchia, posta sulla sommità, contenente una statua in legno d'olivo raffigurante San Giovanni Battista. L'interno è ad unica navata, con altare maggiore in pietra leccese e con altare laterale, dedicato alla Madonna Addolorata. Lungo i pilastri della chiesa, vi sono le statue in cartapesta di San Filippo Neri, San Giuseppe, San Pietro, Santa Lucia, San Carlo Borromeo e San Paolo. È presente un pulpito in legno e gli stalli degli ufficiali della confraternita. La volta del presbiterio è affrescata con pitture ottocentesche.
Sul muro esterno di levante si conserva un'iscrizione in greco del 1738 che apparteneva alla chiesa precedente ed attesta una tardiva testimonianza della tradizione greca presente ad Acquarica.

 

Chiesa Madonna dei Panetti

 

La chiesa della Madonna dei Panetti è la chiesa dell'antico casale di Celsorizzo, abitato fino al XVI secolo, di cui rimangono la torre fortificata, trasformata in masseria, e la colombaia del 1550 dei Guarino, signori del casale in quel secolo.
È una delle più antiche costruzioni religiose del basso Salento e risale all'XI secolo, come riferiscono alcune iscrizioni dei muri esterni e i grossi tufi utilizzati per l'edificazione. Ha una pianta a doppia abside, esempio raro nell'intera provincia di Lecce, orientata a levante, anche se, dopo le trasformazioni posteriori a caseggiato rurale e al suo recupero al culto, l'ingresso è da occidente. In una delle due absidi è visibile il San Giovanni Battista recante in mano un cartiglio con un'iscrizione dal greco: "Io sono la voce di colui che grida nel deserto" ; nell'altra si conservano figure di santi. Più antichi di questi, rimaneggiati in età moderna, sono gli affreschi di cui si vedono le tracce sul muro di tramontana.
Il titolo di Madonna dei Panetti deriverebbe, secondo una tradizione attestata agli inizi del XVIII secolo, dai panetti distribuiti ai poveri e confezionati con il grano raccolto nei dintorni del terreno, donato alla chiesetta per tale scopo.

 

Cappella della Madonna del Ponte

 

La cappella della Madonna del Ponte fu edificata a partire dal 1901 e inaugurata il 31 maggio 1924. Sorge nei pressi di un antico edificio della prima metà del Seicento, ormai scomparso. Il progetto originario della nuova cappella prevedeva un impianto a croce latina di grandi dimensioni; l'assenza di fondi indusse a ridimensionare il progetto che si ridusse ad un'unica navata. Presenta una semplice facciata, inquadrata da due paraste, con portale d'ingresso e finestra centrale posti in asse. Termina con un frontone triangolare spezzato. L'interno, diviso in tre campate, termina nel presbiterio che accoglie l'altare maggiore. Lateralmente sono disposti altri quattro altari.

 

Cappella della Madonna di Pompignano

 

La cappella della Madonna di Pompignano, così chiamata dal nome dall'antico casale scomparso, è dedicata alla Madonna Assunta e fu edificata nel XVI secolo. Ha subito numerosi restauri, di cui l'ultimo settecentesco ne ha conferito l'attuale fisionomia. La facciata è inquadrata fra due poderose paraste e termina con due spioventi su cui poggia una croce in pietra. Tra portale e finestra è posizionata una lapide che ricorda i restauri effettuati e riporta la data 1701. È dotata di un piccolo campanile a vela. L'interno è a navata unica e custodisce un affresco, posto sulla parete di fondo dell'abside, raffigurante una tomba con figure umane al di sopra delle quali c'è l'immagine della Madonna Assunta in Cielo.

 

 

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