I RITI DELLA SETTIMANA SANTA A GALLIPOLI

15.07.2016 20:58

Una Settimana Santa  poco conosciuta, ma non meno bella e coinvolgente di quelle più famose in Puglia.

I numerosi riti della settimana santa a Gallipoli iniziano il venerdì precedente la domenica delle Palme, pochi minuti prima di mezzogiorno ha inizio la processione della Madonna Addolorata, i membri della confraternita lasciano la chiesa dopo la Santa Messa e si dispongono ai lati della strada. Indossano la caratteristica veste nera, adornata dallo stemma della confraternita e portano un cero. Uno di loro, il Correttore, fa disporre i confratelli in ordine lungo il percorso mentre la tromba, con il suo caratteristico lamento, ed il tamburo precedono il corteo. Quando la statua compare sulla soglia, il corteo lentamente si incammina in un silenzio innaturale alla volta della Cattedrale dove si rinnoveranno i riti sacri con l'esecuzione dello Stabat Mater e della Frottola, la composizione musicale di un anonimo autore gallipolino.

Al termine, il corteo riprenderà lasciando la città vecchia  verso la “ parte nuova “ e facendo sosta nelle varie parrocchie; la processione rientrerà a tarda sera nella chiesa da cui è partita, ma non prima di aver sostato sui bastioni per benedire il mare e i pescherecci .La processione della Madonna Addolorata è solo l'inizio dei riti pasquali a Gallipoli. 

Il Giovedì sera, prima di Pasqua al termine della celebrazione eucaristica "In Cena Domini" si ha l'esposizione del Santissimo Sacramento nelle varie chiese con l'allestimento dei "i Sepolcri"(piante ricavate da semi germogliati). Al pellegrinaggio dei fedeli nei  i vicoli dell'antica cittadina, si affianca quello delle confraternite che nelle loro tuniche di vari colori a seconda della congrega di appartenenza, con le mozzette e i cappucci, i bastoni da pellegrino e sempre preceduti dal rullo del tamburo e dal suono della tromba, attraversano le strette stradine del borgo antico fermandosi in pellegrinaggio e adorazione del Santissimo Sacramento nelle chiese della città. Le cerimonie religiose che rievocano la morte e passione di Gesù culminano il Venerdì Santo con la processione organizzata dalle confraternite del SS. Crocefisso e della Madonna degli Angeli. Nel tardo pomeriggio, dalle rispettive chiese, parte il corteo sacro noto ai gallipolini come la processione de "L'Urnia". I confratelli  sfilano in processione, portano le statue in cartapesta che evocano i misteri della passione di Gesù. Qualcuno, per penitenza, è scalzo e si percuote con un antico strumento di tortura chiamato "disciplina" oppure trasporta due grosse pietre appese alle spalle. Dopo aver percorso alcune strade, il corteo giunge nella basilica di S. Agata dove fa il suo ingresso, tra  la folla silenziosa in attesa. 

Confratelli e statue percorrono la navata centrale per giungere al cospetto dell'altare dove il sacerdote attende. La confraternita del SS. Crocefisso, che costituisce la prima metà della processione,si ferma nella navata a sinistra, quella di S. Maria degli Angeli, nella navata a destra e, quando tutto il corteo è transitato davanti all'altare, la processione ritorna all'esterno, verso la città nuova. Si continua  fino alle 2 del mattino quando tutte le statue  radunate sul bastione di fronte alle chiese sono benedette prima di rientrare ciascuno nella propria chiesa. Ma è appena  rientrata la processione de "l'Urnia" che già nella chiesa di S. Maria della Purità si prepara una nuova processione che animata dai confratelli dell'omonima congrega, porterà in processione le statue di Gesù morto e della Madonna della Croce. Il corteo inizia intorno alle 3 del mattino, nel silenzio  della notte rotto  solo dal rullo del tamburo e dal suono della tromba, e si dirige verso la città nuova. Il transito sul ponte seicentesco è particolarmente suggestivo con le prime luci del giorno che illuminano le statue ed i confratelli nelle loro vesti bianche e dorate.