Il paesaggio Salentino

23.09.2016 10:14

“Spunta l’alba e spinge l’aria oscura verso ponente, dove la stella declina: a poco a poco appare un vicino bosco di faggi, le vigne e la pianura; dove cavalli senza le pastoie vanno pascendo l’erba tenerina; in alto in alto brilla l’argentina ala di una colomba. Ti innamora questa pace, questo silenzio sconfinato; tra queste cose scordi le sciagure che Dio ti manda per il tuo peccato. O quanto vorrei vivere in solitudine come santo romito e, quieto, passare le ore sotto questo cielo incantato.” (in Letteratura dialettale salentina, a cura di D. Valli e M. Marti, Lecce 1995).

Ecco le suggestioni e gli incanti di questo estremo lembo d’Italia, di questa sottile striscia di terra abbracciata da due mari che qui confondono le loro acque, come un tempo qui si fusero Oriente e Occidente, Grecia e Roma, matrici della nostra storia.

Qui la bellezza dei paesaggi si sposa e si accompagna con la ricchezza della nostra cultura; due patrimoni, quello artistico e quello naturalistico, che meritano senz’altro la tutela e la valorizzazione.

Querce secolari, ulivi millenari, lecceti, macchia mediterranea odorosa di timo, mirto, origano e mentastro, screziata dal viola dell’Iris nano, dal giallo della Salvia di Gerusalemme, dal rosa tenue dell’orchidea piramidale e del cisto, dall’indaco della campanula versicolor, elementi costitutivi e strumenti di seduzione di un paesaggio antico al quale non si può rimanere indifferenti.