Leggende della Madonna della Neve e della Madonna del Latte - Galugnano

16.10.2016 10:52

Madonna della Neve

Poco fuori dall'abitato di Galugnano, superanto il suggestivo passaggio a livello immerso nella campagna, si giunge alla bellissima chiesa della Madonna della Neve, una chiesa rurale costruita tra il XIV e il XVII secolo, con gli interni preziosamente affrescati. A questo luogo è legata una leggenda che tradizionalmente i padri raccontano ai figli in visita al luogo sacro, come monito e deterrente...

Si narra che in tempi ormai immemori, un ladro penetrò nottetempo nella cappella da una finestrella laterale. Raccolto il bottino, tentò di uscire dallo stesso pertugio, ma la finestra si richiuse sul malcapitato. A questo punto i padri più pietosi raccontano che il ladro fu ritrovato vivo e urlante la mattina seguente; i più cruenti narrano che il ladro venne tranciato a metà. La finestra incriminata è tuttora visibile nel lato destro del nucleo più antico della chiesa, ed effettivamente si tratta di una piccolissima finestrella murata, incastonata in una nicchia più grande (foto a sinistra).

La Cuneddhra della Madonna del Latte

Proseguendo in direzione Ovest, ci ritroviamo su un'antica strada, la via della Madonna del Latte, che porta fino al feudo di Soleto e di Galatina, precisamente vicino al casale di Torre Pinta e all'aeroporto militare. Anticamente si trattava di un'arteria di grande comunicazione. Mio padre mi racconta che, ancora quando lui era bambino, negli anni '50 del secolo scorso, la strada era usata e in tempo di fiere, uomini a cavallo o a piedi oppure su traini, calessini o con asini carichi di merce percorrevano quella strada fatta di terra battuta e pietrisco. Mercanti o contadini che fossero, la affrontavano tutti insieme, nottetempo, per giungere presso le fiere in tempo per il canto del gallo.

Lungo quella via, sul bordo della strada, sorge l'antichissima, minuscola cappella rurale della Madonna del Latte, chiamata dagli abitanti dei paesi vicini semplicemente "La Cuneddhra". La cappella, restaurata solo di recente, nel secolo scorso era ancora un rudere, ma di grande fascino. La costruzione risale al IX-X secolo, periodo in cui i monaci basiliani trovarono rifugio nel Salento, in fuga dalla lotta iconoclasta. E proprio alla leggendaria, antica icona della Madonna del Latte, è legata la Cappella (Cuneddhra sta per Inconella - piccola icona); icona ormai perduta.

La cuneddhra , come altre piccole cappelle rurali che costellano il territorio salentino era usata dai viandanti per fermarsi a pregare, ma anche come rifugio dalle intemperie o per riposarsi durante i faticosi viaggi a piedi.

Anche la Cuneddhra è cornice di leggende e racconti. Mio padre mi raccontavala storia del prete fantasma, che veniva avvistato dai viandanti, pregare nottetempo come un'anima in pena e una volta, sfiorato da una mano troppo curiosa, si rimpicciolì e si assottigliò fino a scomparire davanti ai viaggiatori increduli. A QUESTO LINK potete trovare per intero l'avvincente racconto del prete fantasma, come me lo narrava mio padre e come lo ricordo.