Massi della Vecchia (Minervino - Giuggianello - Palmariggi)

05.02.2017 11:43

Una delle tante leggende  salentine  racconta che Eracle, sbarcando nel Salento,  combatté  i terribili Giganti del luogo, scagliando grossi macigni strappati dalla scogliera. Molti sono ancora lì, sparsi tra i Massi della Vecchia sulla Collina dei Fanciulli e delle Ninfe.

Su una sorta di acropoli naturale,  tra i paesi di Minervino, Giuggianello e Palmariggi conosciuta come “Serra”, tra gli ulivi imponenti dei fondi “tenenti” e “cisterna longa”,  giacciono queste pietre di epoca miocenica dalle strane forme  che la fantasia popolare ha denominato con nomi bizzarri.   Il «Piede d’Ercole», un monolite a forma di zampa di un grosso animale o per altri appunto l’impronta del piede di Ercole; “’U Furticiddhu della Vecchia” somigliante  alla rondella di un fuso e il  “Letto della Vecchia”, che per la forma circolare fa pensare ad  un enorme giaciglio. 
Secondo un'altra leggenda, in questi luoghi è possibile incontrare la padrona del giaciglio, una vecchia che trasformerà in pietra chiunque  non risponda in modo soddisfacente ai suoi indovinelli. Ma incaso di risposta esatta il premio sarà una gallina con sette pulcini d’oro. Miti pagani e riti sacri si mescolano in questo luogo magico  che racconta di  ninfe e folletti, diavoli e santi, streghe e madonne, giganti e pastorelli. Aldilà di tutte le leggende , i Massi della Vecchia si trovano in un luogo certamente frequentato già in epoca preistorica, come dimostrano i denti di squalo ritrovati sul terreno, che erano utilizzati come utensili da quelle genti.

 Tutta l’area circostante  Giuggianello, mostra le tracce ben visibili dei popoli  e delle genti che qui vissero nei secoli, dal paleolitico al neolitico con resti  di villaggi capannicoli e grotte cultuali. Dolmen e menhir dell’età del rame e del bronzo. Testimonianze  Medioevali con le chiese paleocristiane, cenobi dei monaci greci dell’ordine di San Basilio, cripte e chiesette rupestri bizantine come quella dedicata a San Giovanni, antichi villaggi come il casale di Quattro Macine. Ai secoli di storia raccontati da questi testimoni d’eccezione  fanno da cornice  ulivi monumentali, boschi e macchia mediterranea, dove sono presenti le ultime sugherete salentine come quelle di Bosco Paletta, e le rare tipologie di querce per il basso Salento, come  il fragno.

 

Una leggenda antica tramanda una curiosa storia sull'origine di questi spettacoli naturali. Questa leggenda narra di una strega potentissima, che terrorizzava i villaggi vicini e dell'ermafrodita che la spedì dritta all'inferno. Buona lettura!

In quel tempo, boschi dominavano le terre di cui ora sono padroni gli ulivi. Tra tre villaggi, nel cuore del Salento, ne sorgeva uno molto fitto, che occupava con querce e lecci una dolce collina. I viandanti a volte vi si avventuravano poiché i suoi sentieri erano una scorciatoia tra i centri abitati. Molti di loro, alla fine del viaggio, giuravano di non voler mai più mettervi piede. Nessuno di essi, però rispondeva alla domanda più naturale del mondo: perché?.... la  storia continua sul nostro blog. ecco il LINK 

 

 

Mezzi consigliati: a piedi
Come arrivare: strada da Palmariggi a Minervino di Lecce, dopo 3 Km deviare per la Masseria S.Vasili.