Storia e Archeologia in Salento

24.09.2016 15:44

Il Salento è uno stretto lembo di terra inserito tra due splendidi mari: lo Ionio, il dolce, a Ovest, e l'Adriatico, il fresco, a Est, con più di 250 Km di costa a volte bassa e sabbiosa, a volte alta e frastagliata; si allunga tra il Canale di Otranto e il Golfo di Taranto e comprende le province di Taranto, Brindisi e Lecce.

Diverse sono le teorie sull'origine del nome Salento: al­cuni sostengono che derivi dall'antico popolo dei “Sallentini”, il cui sovrano fu un leg­gendario re Sale; secondo altri, il riferimento è al sale dei due ma­ri da cui è circondato. I più campanilisti lo associano al "sale in zucca", ossia all'arguzia degli autoctoni, o forse alla loro proverbiale ostinazione.

Attraversando il Salento si ritrovano le testimonianze delle antiche civiltà che si sono avvicendate  su questo territorio: ca­stelli, chiese, cattedrali, parlano della presenza di popoli (greci, romani, bizantini, normanni, spagnoli) che hanno contri­buito a rendere questa terra assolutamente singolare ri­spetto al resto della Puglia e dell’Italia.

Splendide opere d'arte adornano Lecce e la sua provincia. Elegante e maestosa, Lecce è la capitale del barocco. Nelle viuzze del centro storico irrompono all'improvviso, in tutta la loro magnificenza, le esuberanti facciate delle chiese e dei palazzi. Guardando all’insù si è sopraffatti da una sinfonia di fregi e ornamenti di straordinaria unicità, che suscitano con­tinuo stupore. Tra le meraviglie artistiche della provincia di Lecce c'è il mosaico che copre il pavimento della cattedrale di Otranto, defi­nito una vera e propria enciclopedia per immagini del sapere me­dievale.

Il sacco di Otranto del 1480 ad opera dei Turchi, con il martirio di 800 difensori della fede cristiana, alimenterà la "paura del turco" e porterà la popolazione a difendersi con la costruzione, nella seconda metà del Cinquecen­to, di torri di vedetta. Il mare diventa quindi simbolo di sostentamento e di vita ma anche  del terribile nemico.

Imponenti castelli sono sparsi nella provincia, come quelli di  Lecce e Copertino, solide fortezze cinquecentesche, o Acaja, splendido esempio di città fortificata.

Terra di con­fine tradisce i rapporti con l'Oriente nell'architettura delle splendi­de ville moresche. L’ultimo lembo d’Italia proteso verso un Oriente vicino, ma sempre inteso come luogo di sogno e di malia, si ricopre di stupende residenze estive che paiono voler dare continuità a quelle terre al di là del mare grazie ad architetture che sembrano affermare l’unicità di una radice culturale comune. Le ville “orientali” o “moresche” del Salento rappresentano un fenomeno artistico molto singolare  per ampiezza e complessità.

Situate per lo più nel basso Salento evidenziano motivi  decorativi arabi sia nell’impianto architettonico che in quello decorativo. È il caso di “Villa Sticchi” a Santa Cesarea Terme, o di alcune ville delle “Cenate”, nel territorio di Nardò, o ancora di alcune stupende costruzioni nella città di Lecce adornate addirittura da scritte cufiche su frontoni riccamente elaborati.

ALCUNE TAPPE FONDAMENTALI

A voler tracciare una sorta di linea del tempo che chiarisca in qualche modo quali siano state le tappe storiche vissute da questa terra piena di contraddizioni, bisogna iniziare sicuramente da una scoperta fondamentale.

 

Nel 1970 un gruppo di speleologi salentini riportava alla luce la "Grotta dei Cervi", una grotta di origine carsica, ubicata lungo le coste salentine, nei pressi di Otranto, testimonianza d'arte pittorica parietale post paleolitica tra le più importanti rinvenute in Europa.

L'evento fece il giro del mondo suscitando un grande scalpore negli ambienti della ricerca. Era la prova che il Salento era abitato già in epoca preistorica.

Altre importanti testimonianze ancestrali sono rappresentate da alcune costruzioni megalitiche nel territorio, come dolmen, menhir e specchie, che nei secoli successivi furono adibite al culto del Cristianesimo.

 

Col passare del tempo, la Penisola Salentina, al centro del Mar Mediterraneo, terra di interesse strategico per eccellenza, divenne presto luogo di incontro di genti diverse accomunati da una sola cosa: il Mediterraneo.

Terra di colonizzazione greca, in realtà il Salento era abitato, molto prima dell’arrivo dei greci, dai Messapi, popolazione di origine illirica o egeo-anatolica. Questi dimostrarono di avere una loro individualità culturale anche se in stretto rapporto con la civiltà greca.

La storia pre-romana del Salento è la storia della rivalità fra le popolazioni messapiche e tarantine; le popolazioni messapiche difendevano infatti la propria autonomia dalle mire espansionistiche dell'antica città greca di Taras, la cui fondazione è datata tradizionalmente 706 a.C., in seguito al trasferimento di alcuni coloni Spartani in questa zona per necessità di espansione o per questioni commerciali.

Nel III secolo a. C. iniziarono le tappe di avvicinamento dei Romani all’Italia Meridionale, la conquista terminò nel 260 a.C.;  i romani ben presto si accorsero della posizione strategica del Salento che, con il porto di Brindisi, rappresentava la via per la conquista dei Balcani e della Grecia.

Verso la metà del III secolo a.C. la Puglia meridionale è completamente romanizzata. Fu, quella romana, una colonizzazione importante perché attraverso l’esecuzione di infrastrutture, di opere pubbliche, e attraverso la centuriazione del territorio si compì una radicale trasformazione del paesaggio e una completa ristrutturazione dei centri abitati. In alcuni toponimi sono ancora riconoscibili riferimenti ai centurioni romani che hanno avuto la proprietà di queste terre.

Con il Cristianesimo fu edificato un gran numero di templi, ma con la divisione dell’Impero Romano in Impero d’Occidente e d’Oriente e con le conseguenti guerre tra i Germani e i Bizantini per il predominio sul territorio, le popolazioni salentine attraversarono un lungo periodo di sofferenze.

Nel VI secolo la terra salentina fu conquistata dagli Ostrogoti; nei secoli successivi dovette soffrire per i saccheggi e le dominazioni di altri popoli invasori: Longobardi, Saraceni, Ungari e Slavi.

Per due secoli l’impero d’Oriente dominò queste terre creando numerose comunità orientali. Si diffusero i monaci Basiliani, spesso arrivati qui per sfuggire alle persecuzioni si rifugiavano in grotte scavate nella roccia e affrescate, alcune giunte fino a noi.

Nel 1071, a conclusione di un'epoca di lotte, i Normanni riuscirono a sconfiggere i Bizantini. Fu inaugurato un nuovo capitolo di storia che vide rinascere l'arte e le lettere e favorire tutte le forme culturali: latina, greca, araba.

Normanni costruirono abbazie, conventi, basiliche, cattedrali, ma non soffocarono chi era rimasto legato al rito greco: è questa un’epoca in cui ancora coesistono rito greco e rito latino.

Ai Normanni successero gli Svevi, favorirono la pace interna e lo sviluppo culturale ed artistico fino al 1266 quando furono sconfitti dagli Angioini, questi a loro volta sostennero un periodo di lotte con gli Aragonesi per il dominio su queste terre.

Intanto i comuni si impoverirono e dovettero subire le scorrerie dei Turchi che arrivarono a sottomettere Otranto nel 1480, durante la dominazione aragonese.

In particolare Carlo V si impegnò nella realizzazione di opere di difesa contro i turchi, gli attacchi infatti si intensificarono nel corso del XVI secolo. Il sovrano spagnolo fece costruire torri di avvistamento lungo i litorali, castelli, porti fortificati.

L'oppressione delle tasse portò alla povertà queste genti normalmente dedite all'agricoltura, alla pastorizia ed alla pesca; da ciò scaturirono le prime insurrezioni quando anche a Napoli nel 1647 scoppiarono le rivolte. Si diffuse il brigantaggio; una tremenda epidemia di peste funestò il Regno di Napoli nel 1656. Le vittime furono migliaia ovunque, ma la provincia di Terra d'Otranto fu miracolosamente risparmiata. La popolazione attribuì lo scampato pericolo all'intercessione di Sant'Oronzo, che fu poi per questo proclamato patrono di Lecce e della provincia.

La dominazione borbonica iniziò nel 1734 con il re Carlo III che passò presto al trono di Spagna e al quale successe Ferdinando IV. Si ebbe un periodo di crescita economica attraverso la costruzione di nuove strade e lo sviluppo di porti.

Quando nel 1860 il re Francesco II delle Due Sicilie cadde sotto l'impeto garibaldino, il Salento fu annesso al regno d'Italia e con la legge del 20 marzo 1865 ottenne autonomia amministrativa con la creazione della provincia di Lecce, che ricalcava i confini dell'antica Terra d'Otranto.