San Cataldo - Il Porto di Adriano

San Cataldo, anticamente Salapia, fu il porto di Lupiae (l'odierna Lecce), per volere di Adriano, che nel II secolo d.C. vi fece edificare le strutture di approdo, secondo le fonti dello storico greco Pausania. Secondo alcune ipotesi, non documentate, Adriano fece costruire la struttura portuale sulle rovine di una preesistente, che vide lo sbarco di Ottaviano, diretto a Roma, dopo essere venuto a conoscenza della morte di Giulio Cesare.

Luogo di commerci e scambi, fiorente punto di contatto con l’Oriente, il porto di San Cataldo, dotato successivamente di un molo di oltre un miglio, contribuì allo sviluppo culturale ed economico di Lecce, a cavallo tra età repubblicana e imperiale.

Il porto di Adriano fu poi un anche un importante presidio anche per il Regno di Napoli, punto strategico di contatto tra Oriente e Occidente. Nel XV secolo, Maria d’Enghien, contessa di Lecce, fece ampliare il porto, costruendo una torre e rendendolo una struttura difensiva sul mare.

Con il tempo la zona fu abbandonata, le paludi ingoiarono gran parte della zona, fino al crollo della torre di Maria d’Enghien, nel XIX secolo.

Il territorio fu bonificato sotto il Fascismo e tuttavia, resta una misera testimonianza di quel glorioso, romano passato. Del porto rimane qualche rovina e la gran parte è in pezzi sul fondale marino. L'intera struttura è collassata sotto l'incessante attacco delle mareggiate

Fra il 2004 e il 2008 l’intera struttura è stata oggetto di studio, ma ancora non vi sono progetti di recupero.