Ugento

Riconosciuta “città d’arte” dalla Regione Puglia, per le sue bellezze, Ugento è un comune di medie dimensioni del Salento sudoccidentale. 

Sito su una " serra  " (lieve collina), Il suo territorio comprende una porzione di costa ionica, le frazioni di Gemini e Torre San Giovanni e la località Torre Mozza. La sua parte di costa è principalmente sabbiosa e circondata da macchia mediterranea.

Alcuni studiosi propongono la derivazione del nome da Auso, Ausentum, che significa "lucente". Ma Ugento sorge sul sito sell’antica città messapica Ozan(tum), "terra di Zeus". La derivazione latina del nome messapico (Uxentum) costituisce quindi la più accreditata ipotesi sul suo toponimo.

Le prime certe testimonianze su un insediamento risalgono al secolo VI a.C. Si tratta di due reperti preziosissimi, ovvero lo Zeus bronzeo e la tomba dipinta di via Salentina. Ugento fu uno dei più importanti centri messapici del Salento; una città-stato che batteva moneta ed era dotata di mura, esercito e scalo portuale (Torre S. Giovanni). Ugento cadde sotto le mire espansionistiche di Roma, dalle quali tentò di riscattarsi, alleandosi con Annibale. Nel 266 a.C., ultima città della Messapia a resistere contro Roma, Ugento fu conquistata, per diventare Municipium, nel 82 a.C.

Nel VI secolo d.C. la città subì numerose invasioni da parte delle popolazioni barbariche e nel 545 fu rasa al suolo dai goti. Ricostruita dagli abitanti, fu distrutta nuovamente dagli incursori saraceni verso la metà del IX secolo. Ugento risorse un’altra volta dalle sue ceneri, a opera delle popolazioni locali e dell’intervento dei monaci basiliani, che contribuirono alla nuova fisionomia greco-bizantina della città e della sua cultura. Ugento venne sulla parte più alta della zona e dotata di cinta muraria.

Nel XI secolo, il rito greco fu sostituito da quello latino, con l’avvento dei normanni. Nonostante ciò, le due chiese convissero per altri due secoli. I normanni costruirono il castello sulle rovine della fortezza romana e la città visse un nuovo periodo di incremento demografico.

Nel ‘500 Ugento subì una nuova incursione e distruzione dagli ottomani, guidati dall’ammiraglio Ariadeno Barabarossa.

Sotto il governo fascista, nel 1927 Ugento fu interessata da un’ampia opera di bonifica della zona, prevalentemente paludosa, che vide la costruzioni di grandi bacini collegati da canali con sbocco sul mare. Il deflusso delle acque stagnanti e il recupero delle zone depresse permisero un ampio rimboschimento a conifere e la destinazione di una vasta area a coltivazioni.

Da vedere

Il complesso monumentale del centro storico di Ugento è un vero tesoro storico-architettonico. I suoi edifici più importanti formano un percorso culturale unico nel Salento.

La torre dell’orologio, costruita agli inizi del XX secolo in stile neogotico, ha sostituito la torre pre-esistente del XIX secolo, demolita a causa di lesioni strutturali. Fino a qualche decennio fa, il portico ospitava il mercato del pesce.

Il convento francescano, cinquecentesco, ospita il Museo Civico di Archeologia e Paleontologia, che custodisce i reperti degli scavi archeologici della zona. Ivi trova posto la copia della statua bronzea di Zeus (l’originale è conservato nel Museo Archeologico di Taranto) risalente al VI secolo a.C.. Nel museo è esposta anche la riproduzione della “Tomba dell’Atleta”, riportata alla luce a Ugento in via Salentina.

Palazzo Colosso e la sua collezione storica, che raccoglie testimonianze rinvenute nel territorio di Ugento nell’800, a opera del Barone Adolfo Colosso, appassionato di storia locale. I reperti vanno dal VI a.C. all’alto medioevo, con alcune aggiunte di epoca moderna.

La cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita agli inizi del ‘700 sulle rovine della chiesa gotica precedente, che fu distrutta dagli ottomani nel 1537.

Palazzo vescovile, costruito nel XVII secolo sulla più antica struttura cinquecentesca di cui rimangono alcune testimonianze. Completato nel ‘700, fu ancora abbellito nell’800. Del XIX secolo è anche l’attuale seminario, ricostruito su quello originale per problemi strutturali.

Il Castello di Ugento fu costruito dai normanni nel XI secolo, sulle rovine di quello romano e modificato nel corso dei secoli. Dopo la distruzione della parte occidentale a opera degli ottomani, nel 1537, fu restaurato e dotato di artiglieria. Tra il XVII e il XVIII secolo, il castello fu trasformato in dimora signorile, con interventi di abbellimento secondo i canoni dell’epoca.

Cripta del Crocifisso. Ubicata fuori dall’abitato, vicino all’incrocio Melissano-Casarano, la cripta, di origine basiliana, dà il nome a tutta la zona. Sull’ambiente sotterraneo, cui si accede da una ripida scala, fu costruita una cappella nel XVI secolo. L’interno della cripta conserva affreschi realizzati tra il XIII e il XVII secolo.

Sempre fuori dall’abitato che, ricordiamo fu ricostruito sulla “serra” dopo le incursioni barbariche, in località Porchiano, si possono ammirare le parti meglio conservate delle mura messapiche del IV secolo a.C.. La cinta muraria era alta intorno ai 7 metri e realizzata a secco con grandi blocchi calcarei squadrati, in due paramenti, che formavano una camera riempita con terra e pietra.

Località costiere

Torre mozza; località balneare caratterizzata da costa sabbiosa, prende il nome dalla torre di avvistamento ivi costruita nel XVI secolo. Originariamente chiamata torre Fiumicelli, assunse il nome attuale a causa dei molti crolli che interessarono la struttura nel corso dei secoli. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la torre fu usata come postazione di mitragliamento.

Torre San Giovanni. Scalo strategico fin dall’epoca messapica, la località conserva tratti delle mura messa piche ai piedi della torre di vedetta, costruita nel XVI secolo. Abbandonata a causa della diffusione della malaria, l’area vide una ripresa dopo la bonifica attuata dal governo fascista. La torre costiera divide idealmente la costa di Ugento. A nord rocciosa, a sud caratterizzata da fine sabbia chiara. Attualmente la torre è un faro di proprietà della Marina Militare.

Curiosità e informazioni

La città è servita dalla linea Novoli-Gagliano delle ferrovie del Sud-Est

Info sul museo

Telefono: 0833/5548437
Apertura al pubblico:
periodo invernale: da lunedì avenerdì 9.00 -12.00, 16.00 - 19.00, sabato e domenica 16.00 - 19.00
periodo estivo: tutti i giorni 10.00 -12.00, 17.00 - 21.00
Ingresso: € 3,00